«Legga Seneca, Saltatempo»
Mi capita spesso, nelle conversazioni con studentesse e studenti su momenti della storia tedesca, inserita nella storia mondiale del 20° secolo, di percepire una domanda, esplicita o solo a fior di labbra: perché sono così state così rare, per noi, le occasioni di imparare qualcosa su quel segmento così importante per la nostra memoria? Ragazze e ragazzi in questione sono alle prese con la preparazione degli Esami di Stato, sono già in grado, dunque, di tracciare un bilancio, se pur di medio termine rispetto alla formazione permanente, su risorse e spunti di riflessione. Non tocco qui, volutamente, il tema delle competenze, “weites Feld”, ambito vasto, aculeo d’istrice moltiplicato, che merita approfondimenti ben oltre gli obblighi d’ordinanza e il “lavoro forzato” (Enzensberger) della compilazione. Mi limito, semplicemente, da persona non insensibile al tanto ‘discreto’ quanto concreto “grido di dolore” di ragazze e ragazzi che, bistrattati a puntino da ‘intellighenzie’ varie , risciacquati e centrifugati dal famigerato SMQ (Servizio di Manipolazione Quotidiana, attivo dai primissimi anni Ottanta), pur resistono e fanno domande (yes yes yes), a indicare letture. Oggi tocca a Saltatempo, di Stefano Benni, dal quale riporto questo passaggio:
«L’anno si incendiò, le occupazioni si moltiplicavano una dopo l’altra. Toccò anche al nostro liceo. Il primo giorno bloccammo l’entrata. La Salma si presentò e non capiva cosa succedeva. Chiese a qualcuno, e le tirarono un quaderno addosso
- Siete degli stronzi, dissi, è una mia professoressa, è una brava persona.
- Non esistono bravi professori – disse Paolo Lingua – sono tutti funzionali al sistema.
- Non è quello che dirai tra vent’anni al tuo telegiornale – dissi io.
- Che cazzo dici?
Accompagnai la Salma alla fermata dell’autobus. Lei mi chiese cosa stava succedendo.
- Siamo tutti un po’ agitati, signora.
-Legga Seneca, Saltatempo, si calmerà un po’.»
(Stefano Benni, Saltatempo, Feltrinelli, Milano 2001, p. 177)
Se poi, oltre a leggere Seneca, gli studenti si interrogheranno sull’identità di “Paolo Lingua” nel mondo reale illuminato dal prodigioso “orobilogio” di Saltatempo, anche questo sarà un ‘valore aggiunto’.
Anna Maria Curci, 6 maggio 2012
P.S. Saltatempo è stato il primo libro letto e discusso dal Gruppo di lettura all’Associazione “Villaggio Cultura – Pentatonic”, su proposta di Raffaella Selleri, che ringrazio calorosamente.
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