Lo ammetto: quando Don Quijote senior ha attirato, oggi, la mia attenzione su questo post di Rudi, ho provato autentica gioia. Perché? Non solo per la mia antica e profonda passione per gli Area, ben nota a chi legge questo blog, ma anche per una singolare coincidenza con quello che mi è capitato qualche giorno fa.
Il 22 ottobre scorso, a Bari, in occasione della giornata di studi La lingua parlata nell'insegnamento interculturale del tedesco come lingua straniera, i saluti che ho formulato a nome di Lend prendevano le mosse proprio da Gioia e rivoluzione:
"Partecipare attivamente a eventi come questo è per Lend motivo di gioiosa condivisione. Non appaia esagerata l’espressione. Nel corso del periodo di preparazione a questa giornata mi sono venute in mente più di una volta parole e musica di una canzone che gli Area – gruppo plurilingue e interculturale che ha segnato la storia del cosiddetto ‘rock progressivo’ – lanciarono nel 1975, esattamente 35 anni fa, dunque. Si trattava di Gioia e rivoluzione.
Perché? Perché è con spirito affine, lucidamente innovativo, profondamente consapevole della complessità dei contesti di riferimento, che ci muoviamo.
Provo allora a parafrasare il titolo della canzone e a declinare rapidamente alcuni punti:
- Gioia e condivisione, con tutti i ‘professionisti riflessivi’ di buon senso e buona volontà
- Gioia e attenzione
- attenzione di Lend alla pluralità di idiomi, alla pluralità dell’offerta linguistica, impegno perché siano offerte ‘pari opportunità’ ad altre lingue oltre all’inglese
- attenzione di Lend allo sviluppo di un curricolo verticale, dalla primaria all’Università
- attenzione di Lend alla pluralità di linguaggi disciplinari e ai loro intrecci ‘esperti’ (documento Lend su CLIL)
- Gioia e preoccupazione, infine, per ciò che si sta configurando come debole ascolto delle istituzioni all’oggetto della nostra comune attenzione.
Demetrio Stratos introduceva Gioia e rivoluzione modulando queste parole:
Canto per te che mi vieni a sentire
Suono per te che non mi vuoi capire
Rido per te che non sai sognare
Suono per te che non mi vuoi capire
Gioia e condivisione, dunque, con voi, professionisti riflessivi che partecipate a questa giornata, con l’attenzione costante, insieme a voi, rivolta a chi “non vuole capire”, perché capisca che
- La pluralità va vista come risorsa, non come problema
- La competenza plurilingue e interculturale è condizione per una vera inclusione e dunque per l’esercizio della cittadinanza attiva
- Il “sapere linguistico plurilingue” si nutre di percorsi ‘plurali’, aperti alle molteplici dimensioni e varietà di lingua e cultura, e non attestati su obiettivi meramente strumentali sull’onda di mode e slogan del momento."
Non sono terminate qui le coincidenze, poiché nel laboratorio pomeridiano abbiamo proposto, Grazia Zagariello e io, proprio una analisi comparativa (con particolare attenzione all'aspetto sociolinguistico) tra la trasmissione tedesca DSDS (Deutschland sucht den Superstar) e la versione italiana di X-Factor, dove proprio ieri il cantante Nevruz ha fatto conoscere ovvero riscoprire una tappa fondamentale della musica italiana (e non solo). Un grazie a Elio di EELST, un grazie di cuore a Rudi... qualcosa mi dice che l'anagrafe non ci vede molto lontani.
Anna Maria Curci, 7 novembre 2010
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