Di Peretz Markish, nato a Vienna, morto in Russia nel 1952 durante l'ondata antisemita voluta da Stalin, Erri De Luca ha tradotto in Alzaia (Milano 1977, seconda edizione ampliata 2004, p. 11) un brano dal poema yiddish A una ballerina ebrea.
Propongo qui la mia traduzione della sua poesia Eco.
Eco
Qui le mie estati trascorrevano un tempo,
Come cicogne che spariscono tra le nuvole.
Mi sembra di sentire le loro voci qui,
o nel vento, o nel frangersi della risacca.
Devo lanciar loro un fischio leggero, come da giovane?
Lì - un uh-uh echeggiante, che ora vola da loro.
Sparite. Questa estate è pure già
in attesa di volar via, come una cicogna.
O dal mare mugghiante o dalle mute montagne,
o dal suono delle mie mani che batto
si può sentire un’eco moltiplicata per sette.
È mia. Non è persa. La riconosco.
Ognuno può riconoscerla. Si moltiplica all’infinito,
Come onde da una pietra, da vento e risacca.
Qui le mie estati trascorrevano un tempo,
come cicogne che spariscono tra le nuvole.
Peretz Markish (traduzione di Anna Maria Curci)
Di seguito riporto l'originale nella versione yiddish che fa ricorso ai caratteri latini.
Viderkol
Do zaynen zumers mayne durkhgegan amol,
vi in volkns geyen durkh farshvindndike bushlen.
Mir dukht: ikh her do zeyer kol,
tsi inem vint, tsi inem khvalyedikn tsushlog.
A fayf gebn tsu zey farshayt, vi yungerheyt?
Ot flit mit pliesk tsu zey a hilkhiker a-u-u shoyn.
Farshvundene. Oykh ot a der o zumer iz in rey,
shoyn greyt tsum opfli, vi a bushl.
Tsi funem royshndikn yam, tsi fun di shvaygndike berg,
tsi af dem plieskndikn klang fun mayne dlonyes,
a viderkol a zibnfakhik zikh derhert.
S’iz mayns. S’iz nit farloyrn. Ikh derken es.
Derkenen vet es yederer. Se mert zikh on a tsol,
vi vaserkrayzn fun a shteyn fun vint in tsushlog.
Do zaynen mayne zumers shoyn adurkhgegan amol,
vi in di volkns geyen durkh farshvindndike bushlen.
Peretz Markish
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