Nadia Cavalera è nata a Galàtone, in provincia di Lecce, e vive a Modena. Vissuta per alcuni anni a Brindisi, ha dato vita nel 1988 in quella città a un bollettario quadrimestrale di letteratura, "Gheminga". Il progetto editoriale si offre come una chiave di lettura dell'esperienza poetica di Nadia Cavalera, come mostrano le parole di Diego Sessa, redattore della rivista quadrimestrale di scrittura e critica diretta dalla stessa Cavalera:
"Gheminga è un progetto sempre aperto, sempre in movimento e sempre in cerca di nuovi spazi e di nuovi orizzonti con i quali confrontarsi. Questa è la vera caratteristica e il più grande punto di forza: non arrivare mai a una meta se non per ripartire verso un'altra. Fare autocritica, verificare e verificarsi, mantenere il buono del già fatto senza maii dimenticare che è nel ristagno delle idee l'apatia dell'uomo"
(D. Sessa, Editoriale n. 9, 24 ottobre 2006, qui, sul sito di "Gheminga", attualmente "chiuso per restauro")
Propongo qui la poesia di Nadia Cavalera che ho letto il 28 gennaio scorso, in occasione della presentazione del volume Letteratura del Novecento in Puglia. 1970-2008:
IL PORTO DI BRINDISI
L'emozione dell'identificazione seppure lontan'arcana
gemma la confusione sovrapposizione
un'immagine propaggine doppiata
una filigrana memoriale ch'impania cald'irradia
in un centro dentro fulcro silente di salamare salento
E Brindisi spunta subito grec'oriunda brunda
il suo porto corna cervo di sicurezz'adriatica terno
(: nerv'abbraccio raggio maggio senza tema di sfilaccio)
D'obbligo da ritir'esilio il giro mai usufruito proibit'ambito
E mentre dalla consorteria capitaneria sbircio in calme palme
il corso levantino sopra il canale della mena reale
Ecco la marina nugol'uccelli voli la scalinata virgiliana vicina
La colonna romana che vedova puntella il pelo del cielo
al prolasso da inquinato collasso (: haimé uomo sempre lasso basso)
L'altra decapitata catturata deportata
per un santo d'insan'impianto lontana
Nelle reti dell'occhio le sciabich'apriche le cavallett'amiche
le strighe le spighe l'antiche sfide sfighe
Tra viuzze gradinate che rivolano all'acqua madre matrigna
che vita dà e striglia (: chiglia in quadriglia)
Accanto galleggiano sornioni i bastioni svevi maestosi
il verde casale col gatto timone mammone
il ross'alfonsino barbiglio bambino alle pedagne di gabbiani ragne
presso la tettoia paleoindustriale e la spiaggia sepolta di sant'apollinare
sotto lo strapiombo di villa ponticelli coi suoi fantasmi fratelli
che di notte gareggiano in cori di mugugni
col mare già font'ancestrale monte pont'arconte
ora ridotto agl'incubi attuali di contenitore spappolato
al rigassificatore per stranier'interessi crocefisso votato
E per me il viaggi'amor'analogico retaggio
s'è spent'appestat'ammarat'accecato
(: fioccheranno altre piaghe al suono dell'oligarchica danza)
(da: Puglia in versi. I luoghi della poesia, la poesia dei luoghi, a cura di Daniele Maria Pegorari, Bari, Gelsorosso, 2009)
Qui è possibile ascoltare la voce di Nadia Cavalera che legge poesia dalla raccolta Vita Novissima
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