“El gobierno era polígamo con las mafias y de pronto se volvió monógamo con la confederación de Sinaloa" ("il governo era poligamo con le mafie e all'improvviso è ritornato monogamo con il cartello di Sinaloa"): questo uno dei passaggi significativi dell'intervista alla giornalista messicana Anabel Hernández che si può ascoltare qui.
Riporto di seguito la lettera aperta di Anabel Hernández del 9 dicembre 2010:
9 dicembre 2010
Sin dalla settimana scorsa ho ricevuto informazioni affidabili sul fatto che, asseritamente, persone del Ministero della Sicurezza Pubblica Federale stavano organizzando un attentato contro la mia persona il cui obiettivo è la mia morte simulando un “incidente”, una “rapina” o un “tentativo di sequestro” come rappresaglia per il mio lavoro giornalistico che ho realizzato su Reporte Indigo, e per la pubblicazione del mio recente libro “Los Señores del Narco” edito da Grijalbo.
Attraverso questa lettera voglio mettere in allerta la società messicana e l’opinione pubblica che nonostante la settimana scorsa ho presentato una denuncia formale presso la Commissione Nazionale dei Diritti Umani e la Procura Generale di Giustizia di Città del Messico – Distretto Federale, durante questa settimana ho nuovamente ricevuto informazioni riguardo ad ipotetici piani del Ministero della Sicurezza Pubblica di attentare contro la mia persona tuttora validi e che gli alti funzionari di questa istituzione ritengono che la mia morte non avrebbe alcuna conseguenza. Ho pertanto arricchito la mia denuncia presso la CNDU.
Il lavoro giornalistico investigativo che ho realizzato ha avuto come unico proposito quello di denunciare la corruzione e l’impunità che ci danneggia sia come società che come individui, facendoci sprofondare in questi anni di buio. Non è una questione personale, si tratta di esercitare un giornalismo fatto di resoconti e di fare luce dove ci sono molte ombre.
Tutti i personaggi pubblici, in particolare i funzionari e gli ex funzionari, sono obbligati ad essere soggetti ad un giudizio pubblico e a dare conto sulle loro attività pubbliche. La loro risposta dovrebbe essere quella di dare spiegazioni e non di ordinare la scomparsa dei giornalisti che svolgono il loro lavoro.
Ho scritto i miei articoli ed il mio libro più recente conoscendo i rischi collegati, tuttavia l’ho fatto convinta che la verità fa male, ma ha effetti curativi. Crredo che ciascuno di noi abbia la responsabilità di fare la sua parte, dalla trincea dove si trova, per combattere la corruzione. Ed io provo ad adempiere con i doveri che mi derivano dall’essere messicana, madre di famiglia e giornalista.
Sono una donna normale e con il mio lavoro ho voluto dimostrare che è possibile. La corruzione prospera nel silenzio e la mia unica “colpa”, ciò che probabilmente ha provocato l’ira delle autorità, consiste nel fatto che ho osato ribellarmi alal consegna del silenzio e, anzi, ho fornito alle persone il potere che deriva dalla conoscenza di determinate questioni. Questo è ciò che temono.
Di fronte alla morte impunita di decine di giornalisti non sono disposta a diventare un numero in più di questa classifica. Lotterò per la mia vita e per il diritto alla libertà di espressione che, alla fine dei conti, è un diritto di tutti.
Distinti saluti,
Anabel Hernández
Questa è la lettera che don Luigi Ciotti ha inviato all’ Ambasciatore del Messico in Italia
13 dicembre 2010
Oggetto: Richiesta di protezione per la giornalista Anabel Hernandez
Sua Eccellenza,
con viva preoccupazione abbiamo appreso delle minacce di morte di cui è fatta oggetto la cittadina messicana Anabel Hernandez, giornalista di Reporte Indigo e autrice del libro Los señores del narco.
Conosciamo e apprezziamo l’attività professionale di Anabel Hernandez e riteniamo che le sue inchieste siano degne di grande attenzione. D’altra parte il suo impegno professionale e civile è sempre stato orientato a comprendere le radici della violenza, le ragioni economiche, culturali e sociali. Per questo Libera – associazioni nomi e numeri contro le mafie, vede nella sua azione un riferimento molto importante.
Qualche giorno fa la Sig. Hernandez ha fatto sapere con una lettera aperta di essere venuta a conoscenza di un piano per ucciderla e che l’ordine provenisse da organi dello Stato.
Per queste ragioni Le chiediamo di farsi portavoce presso la Presidenza della Repubblica del Messico delle nostre preoccupazioni e della nostra richiesta di provvedere urgentemente ai mezzi necessari per la protezione e la sicurezza della Sig. Anabel Hernandez. Da parte nostra continueremo a seguire da vicino la vicenda come peraltro ci teniamo in costante comunicazione con associazioni, organizzazioni ed enti non governativi che si stanno impegnando per difendere, garantire e promuovere il pieno rispetto dei diritti umani in Messico.
Confidiamo nella Sua attenzione e nella sollecitudine con cui vorrà dar corso alla nostra richiesta.
Distinti saluti
don Luigi Ciotti
Presidente di Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
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