Due ore indimenticabili, quelle trascorse ieri, 13 aprile 2011, con i bambini di due quarte e di due quinte della scuola elementare "Boltar" (IC "Montanelli") di Roma. Nella scuola è attivo un laboratorio di scrittura creativa, che già nel 2010 ha prodotto una bella pubblicazione, Dalla storia al racconto, con dieci racconti scritti dai giovanissimi studenti. Il laboratorio, promosso e coordinato da Giuseppe di Gaetano, che si avvale della collaborazione esperta e appassionata di alcuni colleghi docenti (tra questi, Cristina Polli) prevede anche l'incontro con autori di racconti letti dai bambini. Ieri è toccato a me. Qualche tempo fa, i bambini hanno ricevuto e letto alcuni racconti tratti dalla raccolta inedita La mia scala cromatica; si sono soffermati in particolare su alcuni: Insediamenti, Il vestitino rosa e Riccioli d'oro
Riccioli d’oro
Non mi stanco di osservarla, ogni giorno, mattina e pomeriggio, quando puntualmente passa di qui sul suo trono mobile, alla cui guida si alternano le sorelle e i fratelli più grandi. Grandi, poi! Grandi per modo di dire, sono tutti di varia piccolezza, decisamente diversi gli uni dagli altri. Ma lei, lei è speciale. Non c’è nulla che possa agitarla, anche quando le sue sorelle se la contendono, come se fosse un bambolotto. Lei è una Regina, come recita uno dei suoi nomi, il quarto per la precisione. Io la osservo e lei mi osserva, così come scruta tutto con i suoi grandi occhi scuri sotto la frangetta d’oro dei capelli di seta che terminano con quei boccoli inattesi. Tutto vede e tutto soppesa. Parla poco, ma sorride, anzi mi sorride. Sembra apprezzare il mio carattere solitario. Il nostro dialogo muto continua da giorni. Oggi le giravo intorno, cercando tuttavia di non farmi notare dalle sue sorelle. Ho approfittato di un momento di distrazione delle due, che, come al solito, litigavano: “La prendo in braccio io!” – “No, io!”, poi sono saltato lesto e felice sul suo trono. Guardare il mondo dalla sua prospettiva, finalmente! L’attimo di beatitudine è durato poco, il sogno è stato lacerato dall’urlo delle due, per una volta concordi nella disapprovazione: “Uh! Un gatto nero nel passeggino della piccola! E ora chi lo dice a mamma?”
Anna Maria Curci
Le domande che mi hanno rivolto, a partire dalla loro lettura dei racconti, mi hanno colpita profondamente, per la serietà e insieme l'entusiasmo che nutre il lavoro dei bambini. Le domande che riporto di seguito, rivoltemi dai bambini della classe 5. B (che studia, grazie alla professionalità e alla tenacia di Cristina Polli, il tedesco accanto all'inglese) si riferiscono a Riccioli d'oro. Sono state preparate e formulate tutte, rigorosamente, dai bambini:
- Perché ha scelto un gatto nero come protagonista?
- Per quale motivo si è voluta identificare in un gatto nero?
- Perché il gatto voleva guardare il mondo dalla prospettiva della bambina?
- Perché non ha voluto continuare il racconto e ha lasciato che il lettore continui il testo con la sua immaginazione?
- Perché ha deciso che il sogno del gatto debba essere lacerato in così poco tempo?
- Perché ha deciso di svelare solo alla fine che il protagonista è un gatto e non un uomo?
- Perché non ha voluto specificare il nome della bambina?
- Cosa l'ha ispirata a scrivere questo testo?
- Cosa ha provocato il desiderio di scrivere questo testo?
- Mentre lei scriveva il racconto ci si sentiva dentro?
- Da dove scaturiscono similitudini e metafore?
- Perché ha voluto evidenziare molto il litigio delle due sorelle?
- Perché molte volte nella storia lei ripete le cose?
Dopo la nostra chiacchierata, i bambini hanno svolto la parte laboratoriale con questo compito: "A partire da un colore, prendi spunto per scrivere la trama di un racconto". Quello che ho già letto ieri scalda il cuore ed è una prova della forza della scrittura dei bambini. I loro racconti saranno pubblicati qui, su questo blog. Non vedo l'ora di leggerli nella versione definitiva.
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