Vivo in questo tempo, cerco di esser desta, di resistere alla tentazione di soccombere al ribrezzo profondo per lo scialo perpetuato, trovo rifugio e conforto, ancora una volta, nella "Viriditas" che già secoli fa Hildegard von Bingen opponeva ai prevaricatori di turno. Per questo motivo ripropongo, da caparbia inattuale quale continuo a essere, mie riflessioni di qualche tempo fa.
Un benevolo sorriso di sorpresa è stata la reazione di chi mi ha sentito dire delle mie letture come baluardo alla palude imperante, alle comode sabbie mobili che soffocano, inghiottendoli, i sussulti di protesta. Da tempo spopola e aggredisce l'epifania del sonno fashion, che altra iniziativa non prende se non quella di irridere e banalizzare, ammantandosi, nel migliore dei casi, della scusa della sfiducia generazionale. Continuo a credere in queste letture inattuali. Corroborano l'attenzione, favoriscono lo stato di veglia, scongiurano il torpore complice.
Nella lettera di protesta che Ildegarda di Bingen inviò ai prelati di Magonza nel 1178, ella attribuisce all'accompagnamento musicale una ragion d'essere quasi teologica. Ricorda i profeti, i cui salmi, i cui canti tengono desta la memoria della beatitudine celeste prima del peccato originale. Ora, è il diavolo, prosegue Ildegarda, a portare "toni disarmonici alla lode di Dio e alla bellezza dei canti sacri... con la discordia, gli scandali e l'iniqua oppressione" (Eberhard Horst, Hildegard von Bingen. Die Biographie, Berlin 2009, 84-85; la traduzione del brano è di Anna Maria Curci).
Il responsorio noto con il nome Viriditas è un esempio significativo di quella "sinfonia celeste" alla quale Ildegarda ha contribuito in misura rilevante.
O nobilissima viriditas,
quae radicas in sole,
et quae in candida serenitate luces
in rota,
quam nulla terrena excellentia
comprehendis,
tu circumdata es
amplexibus divinorum mysteriorum.
Tu rubes ut aurora,
et ardes ut solis flamma.
(Ildegarda di Bingen - Lied 39)
Qui l'ascolto dell'originale, di seguito le traduzioni in italiano e in tedesco.
O viriditas nobilissima,
che hai radici nel sole,
e in candida serenità riluci
nella ruota
che nessuna altezza terrena
contiene,
tu sei circondata dall’amplesso dei divini misteri.
Risplendi come la rossa aurora
E ardi come la fiamma del sole.
O nobilissima viriditas
O edelstes Grün,
in der Sonne du wurzelst,
du leuchtest in strahlender Helle
im Kreise,
den irdisches Sinnen und Sein noch so hoch
kann niemals erfassen.
Umfangen wirst du von den Armen
der Geheimnisse Gottes.
Du schimmerst wie Morgenrot,
brennst wie die Sonnenglut.
Le immagini nel video sono tratte dal film "Vision" di Margarethe von Trotta, Qui una recensione
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