
Interno dell'ex mattatoio di Testaccio, Roma
Seguono strane
ostinate gimcane
tra orditi: trame
(a.m.c.)
Le ragioni degli altri
Sul fiume Tevere , davanti al Mattatoio di Testaccio,
meditava ogni sera don Sebastiano Maffettone:
gli animali, diceva, certo non hanno natura razionale,
non dispongono di reciprocità contrattuale,
non leggono Rawls né Nozick,
e la loro cittadinanza morale nella sfera bioetica
dipende esclusivamente dalla sensibilità degli umani.
Ma bisogna riflettere sulle ragioni degli. altri,
questi poveri animali da macello che ogni giorno
di luce e di merda, di pioggia e di sangue,
vanno a morire d'infarto o con orgasmi spontanei
prima ancora che il boia inferisca loro il colpo mortale
(Oh, non s'accorgono di nulla, veda: si mette loro la pistola
sulla fronte , un chiodo sparato e - clic! - va dritto nel cervello.
Creda a me, stia tranquillo , non s'accorgon di nulla!)
Eppure - dice Maffettone - questi partecipanti ignari alla
trasposizione dei sacrifici biblici e coranici, et altro,
nei vari decreti legislativi, vanno a morire con muggiti
terrificanti o estemporanee sodomizzazioni, vanno a morire
con danze macabre di mosche e tafani
per la consueta ballata nel sangue.
Ora faremo il rapporto del Comitato per la bioetica
e si dovrà ammettere che il primato assiologico degli umani
comporta la piena responsabilità verso altre forme di vita.
animali e vegetali comprese..- Oh, Cristo di un dio!, in fondo
ognuno muore come può , o come gli è dato.
Che pazzie!, e che cose straordinarie si vedono
in questo paese sciocco , Madre mia! " disse Gioacchino Rossini
mentre tramortiva il cavallo col suo peso , le frustate e le maledizioni,
scappando dopo la prima del "Barbiere".
"E che dobbiamo fare , noi, oggi? Vergognarci , perché mangiamo carne?
Vergognarci per quegli stracci insanguinati, per quei lacerti da masticare?
Rinunciare alle grigliate profumate del sabato sera? Anche noi nascemmo
macchiati di sangue.
Anche noi,suonatore di flauti, oboisti e bocche di armoniche!
Maledetto clown barocco lombardo-pugliese con la parananza insanguinata
la mazza che non ti funziona e la biro maledetta con cui scrive queste poesie!/
Ma che cazzo vuoi da noi , camaleontico e mutevole macellatore di bestie
con la tromba in testa /il piffero, il Cetrangolo, i fichi secchi e il vino rosso,
l'organo gli zoccoli e le code e le corna. Ecco la voce e le bolle di sangue
iniziale. Canta sulla pietra del davanzale mentre /alle dodici in punto/
esce dai truogoli /l' odore marcio della carne macellata.
Augusto Benemeglio
Gallipoli, 1998
Nuove nomenclature - 11
Macelleria
L’ho visto, da bambina, funzionante.
Era a Roma, era al monte dei cocci.
Mio padre, col suo camice e coi timbri,
lo conosceva con l’antico nome.
Fu la sua sede poi in periferia,
innocuo il nome: solo centro carni.
Con Brecht, Santa Giovanna dei Macelli,
pensavo al mattatoio di Testaccio.
Sociale, sale ancora a narici
marchiate squarto di macelleria.
In cella frigorifera hanno messo
quel ricordo di garretti recisi.
Anna Maria Curci
1° novembre 2011
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