Fabia Ghenzovich, Totem, puntoacapo Editrice 2015
Totem, la raccolta più recente di Fabia Ghenzovich, tratteggia in maniera netta, con voci «plurali» eppure «indivisibili», essere, natura e tempo (tempi!) »in bilico tra perdita e bellezza».
Non si danza, in Totem, sull’orlo di un vulcano, bensì sul ciglio di un dirupo che domina la scena e al quale corrisponde un orrido interiore. Di quell'orrido emerge, senza tema di scavalcare righe di pagina e pentagramma, una precisa nozione; di quel dirupo si conoscono e si additano, si cantano, perfino, si profetizzano e si percorrono le sporgenze temerarie, gli spuntoni di roccia, le fenditure e i cunicoli. Alla luce dell’ossimoro, mistero rinnovato che diventa pietra d’angolo, si incontrano l’istinto di sopraffazione e quello di sopravvivenza, una voglia di vivere e di sorridere, indomabile quanto la violenza. Si incontrano, ancora, l’antro della sibilla e la corsia d’ospedale, la rincorsa degli ardori giovanili e la nostalgia della terra materna, la brama ferina e l'umano com-patimento. (Anna Maria Curci)
Già prodromi di stirpi
della razza che fu senza pari
gli eretti i primi violentatori.
Noi.
(p. 11)
Un segreto patto di non belligeranza
sconfinando uomini e lupi
l’uno per fame con altre specie
l’altro per sete
di lucro e commerci.
(p. 13)
Ha della lupa l’occhio fine
il seme selvatico e una storia
vecchia la Loba cantando
un osare un fiuto un vedere
a ritroso un futuro lontano.
(p. 19)
Ricompone la vecchia le ossa
ritesse plasmando
primaria natura che svaria
sfuria e sconquassa questa gola
di risacca questa aridità di steppa.
(p. 20)
Lupa solitaria una donna
seduta sulla panchina nel parco
ha una pepsi nella mano
un sogno smarrito nel grembo
che potrebbe svelare un bambino
una risposta innocente
assoluta e stretta alla prima ferita
celata nel buio spinta nell’abisso
dietro una pupilla
a margine della luce altrimenti luce
(p. 32)
Domani qualcosa sarà altra cosa
se persino il bagaglio che portiamo
prima o poi perderà il suo peso.
Nessuna ultima scadenza
nessun avvento – se questo accade
– se può accadere adesso
quel divenire d’ogni istante
come la ragazza che non s’accorge
di seguire con grazia naturale
l’orbita di una stella o sei tu
che mi passi accanto
con aria scanzonata tra la folla
tracimando di contento.
(p. 38)
Fabia Ghenzovich, Totem, puntoacapo Editrice 2015