210 anni fa, il 21 novembre 1804, nasceva Wilhelm Friedrich Waibilinger. Dalla città natale Heilbronn, passando per Stoccarda, Reutlingen, ancora Stoccarda, suoi luoghi di residenza nell'infanzia e nella prima gioventù, si spostò a Tubinga per studiare teologia. Al 3 luglio 1822 risale il primo incontro con Friedrich Hölderlin, all'epoca già da tempo residente nella torre dove rimase "a pensione e in custodia presso il falegname Ernst Zimmer per un'intera metà della vita". Da questo incontro e dagli incontri successivi nacque il libro di Waiblinger Friedrich Hölderlin, Vita, poesia e follia (l'edizione italiana, nella traduzione di Elena Polledri, è curata da Luigi Reitani). Nell'autunno del 1826 Waiblinger intraprese il suo viaggio in Italia, che lo portò a Roma, a Napoli e in Sibilia. A Roma terminò la biografia di Hölderlin, visse disordinatamente e morì il 17 gennaio 1830. La tomba di Waiblinger è nel Cimitero acattolico presso la Piramide Cestia a Roma.
Propongo qui alcune poesie di Waiblinger, dedicate a un'altra città italiana, Napoli, che lo affascinò quanto Roma, e, per alcuni aspetti, anche più di Roma.
VIII.
Ob ich verschwende? Du schüttelst den Kopf, du drohst mit dem Finger;
Halte, sagst du, o Freund, klüglich zusammen dein Geld.
Aber so laß mich verschwenden, so laß mich zahlen! Ich tausche
Für dieß todte Metall ewiges Leben mir ein.
VIII.
Se sperpero?Scuoti la testa, minacci con il dito;
Amico, tieniti stretto saggiamente, tu dici, il denaro.
Ma lasciami sperperare, lasciami pagare! Per me baratto
vita eterna in cambio di tal metallo morto.
IX.
Dichter leben im Traum! Nun doch, so gönne den Traum mir,
Wenige Tage nur reich, reich wie ein Crösus zu seyn.
IX.
I poeti vivono nel sogno! Or dunque concedimi il sogno,
Solo per pochi giorni essere ricco, ricco come Creso.
XIX.
Täglich wächst meine Trägheit, zwar keine Heimat auf Erden
Hab’ ich, und trenne mich doch mühsam von jeglichem Ort.
Schon der Liebling des Knaben war einst der homerische Wandrer,
Seitdem hat sich mein Herz stets nach dem Aetna gesehnt.
Heute scheidet das Schiff; zwar klopft mir der Busen, doch hält mich
Der bequeme Genuß noch in Neapel zurück.
XIX.
Di giorno in giorno cresce la mia ignavia, se è vero che sulla terra non ho
Suolo natio, pur mi separo a fatica da ogni luogo.
Già un tempo il prediletto del fanciullo era il viandante omerico,
Da allora il mio cuore ha sempre anelato l’Etna.
Oggi parte la nave; è in tumulto, sì, il petto, eppure mi trattiene
A Napoli l’agiata voluttà.
XXXVIII.
Wenn im Rom das Schicksal dir nur und die Parze begegnet,
Mahnt dich der Schmetterling hier nur an das Glück des Moments.
XXXVIII.
Se a Roma solamente nel destino ti imbatti e nella Parca,
Qui la farfalla ti ricorda soltanto la felicità dell’attimo.
XXXIX.
Se vai per la strada lì, vedi soltanto preti e frati;
Se è qui che vai, attorno a te non altri scorgi che lazzaroni.
Da: Wilhelm Waiblinger, Bilder aus Neapel. Hundert Gedichte (“Immagini da Napoli. Cento poesie”). Traduzione di Anna Maria Curci
Un ringraziamento particolare per questo post va a Maurizio Ceccarani Tutto è nato da un suo quesito e le domande sono sempre un dono.