Con Clandestino, immagine e versi, prende avvio la pubblicazione dei testi dalle Nuove nomenclature, per i quali il pittore Luigi Simonetta ha scelto di creare opere grafiche originali. Sono lieta di poter presentare qui la prima tappa di un progetto a quattro mani e con strumenti espressivi diversi, per il quale non mi sembra esagerato usare il termine di intesa artistica.
Clandestino è stata una delle prime Nuove nomenclature a essere composta. La comparazione dei termini che alcune lingue applicano, con usi e accezioni disparati, alle persone migranti (e c'è da chiedersi se 'migrante' non sia, sempre, tutta l'umanità), ha messo in moto la riflessione che sta alla base del progetto e che qualche tempo fa ho riassunto in poche righe per la pubblicazione della prima parte dei testi sulla "Dimora del tempo sospeso" di Francesco Marotta:
Può la filologia salvare il mondo? Con tutta probabilità, no, neanche se si arrischia a muovere qualche passo di danza con il calembour o a tuffarsi nel senso letterale di espressioni di (perverso o sciatto, o perversamente sciatto, o sciattamente perverso) uso comune. La sua ragion d’essere è, semplicemente, quella di permettere, allo sguardo, di oltrepassare la cortina di fumo rancido delle parole-paravento, e, forse, alla coscienza, di districarsi tra cartapesta, spigoli e muri di gomma.
Clandestino
Sta dalla parte dei respinti
e non l’ha scelto. Il tedesco
lo chiama nero, se lavora,
a bordo passeggero cieco.
Il francese lo bolla senza
carte, per l’inglese è immigrante
illegale. Soliti ignari,
qui, rispolverano il latino.
Eppure, “di nascosto” era “clam”:
cosa c’è di segreto in chi,
nell’angolo, prega che lingua
non taccia o copra il suo destino?
Anna Maria Curci
________________________________________________________________________
Luigi Simonetta
Nato a Pavia nel 1941. Pittore ed incisore, fa del suo lavoro artistico un campo di riflessioni sul mondo contemporaneo, spesso utilizzando come fonti e termini di raffronto le immagini fornite dai "media" (acquarelli sulla guerra del Kosovo, disegni realizzati rielaborando notizie giornalistiche, opere su aspetti della "globalizzazione", ecc.). Di tanto in tanto, Simonetta si rivolge anche alla tradizione, dialogando con i modi moderni di interpretarla (ritratti di celebri artisti nei loro studi, opere ispirate ai classici della letteratura, ecc.). Un posto a parte hanno, nella sua produzione, le opere dedicate a Venezia (Venezia onirica, ecc.).
Con Clandestino, immagine e versi, prende avvio la pubblicazione dei testi dalle Nuove nomenclature, per i quali il pittore Luigi Simonetta ha scelto di creare opere grafiche originali. Sono lieta di poter presentare qui la prima tappa di un progetto a quattro mani e con strumenti espressivi diversi, per il quale non mi sembra esagerato usare il termine di intesa artistica.
Clandestino è stata una delle prime Nuove nomenclature a essere composta. La comparazione dei termini che alcune lingue applicano, con usi e accezioni disparati, alle persone migranti (e c'è da chiedersi se 'migrante' non sia, sempre, tutta l'umanità), ha messo in moto la riflessione che sta alla base del progetto e che qualche tempo fa ho riassunto in poche righe per la pubblicazione della prima parte dei testi sulla "Dimora del tempo sospeso" di Francesco Marotta:
Può la filologia salvare il mondo? Con tutta probabilità, no, neanche se si arrischia a muovere qualche passo di danza con il calembour o a tuffarsi nel senso letterale di espressioni di (perverso o sciatto, o perversamente sciatto, o sciattamente perverso) uso comune. La sua ragion d’essere è, semplicemente, quella di permettere, allo sguardo, di oltrepassare la cortina di fumo rancido delle parole-paravento, e, forse, alla coscienza, di districarsi tra cartapesta, spigoli e muri di gomma.
Clandestino
Sta dalla parte dei respinti
e non l’ha scelto. Il tedesco
lo chiama nero, se lavora,
a bordo passeggero cieco.
Il francese lo bolla senza
carte, per l’inglese è immigrante
illegale. Soliti ignari,
qui, rispolverano il latino.
Eppure, “di nascosto” era “clam”:
cosa c’è di segreto in chi,
nell’angolo, prega che lingua
non taccia o copra il suo destino?
Anna Maria Curci
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Luigi Simonetta
Nato a Pavia nel 1941. Pittore ed incisore, fa del suo lavoro artistico un campo di riflessioni sul mondo contemporaneo, spesso utilizzando come fonti e termini di raffronto le immagini fornite dai "media" (acquarelli sulla guerra del Kosovo, disegni realizzati rielaborando notizie giornalistiche, opere su aspetti della "globalizzazione", ecc.). Di tanto in tanto, Simonetta si rivolge anche alla tradizione, dialogando con i modi moderni di interpretarla (ritratti di celebri artisti nei loro studi, opere ispirate ai classici della letteratura, ecc.). Un posto a parte hanno, nella sua produzione, le opere dedicate a Venezia (Venezia onirica, ecc.).