L’undicesima tappa è costituita dal caustico bilancio di Hans Magnus Enzensberger sintetizzato in un testo, apparso nel 1980 nella raccolta Die Furie des Verschwindens, che porta lo stesso titolo di uno dei componimenti poetici più noti di Hölderlin, Andenken, Ricordo. I primi due versi del testo di Enzensberger suonano come una risposta asciutta, in tono intenzionalmente minore e di sintetico “Bericht” (“la fredda cronaca”, per dirla con le parole di Frengo, personaggio comico creato da Antonio Albanese) al verso finale di Andenken di Hölderlin, “”Was bleibet aber, stiften die Dichter” (“Ma ciò che resta fondano i poeti”, nella traduzione di Giorgio Vigolo): “Also was die siebziger Jahre betrifft/ kann ich mich kurz fassen”: “Dunque per quel che attiene gli anni settanta/sarò breve”, scrive Enzensberger, per quegli anni di prodigi limitati “a Düsseldorf e dintorni”, i quali “senza opporre resistenza, tutto sommato,/ si sono inghiottiti da soli, mandando di traverso il boccone”.
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