Nella settima tappa della rubrica "Gli anni meravigliosi" torno a occuparmi di Heinz Czechowski, autore del quale ho presentato qualche mese fa, anche su queste pagine, l’antologia Il tempo è immobile, uscita in questo anno 2012 per i tipi di Del Vecchio editore. Nella mia nota di lettura, che, citando Czechowski, portava il titolo “Miti e ostinati scorrono versi lungo i fiumi”, proposi, tra l’altro, la mia traduzione di un suo sonetto dei primissimi anni Sessanta, An der Elbe (Sulle rive dell’Elba).
Poeta e scrittore un tempo molto famoso e apprezzato soprattutto nella DDR, tanto da ricevere, nel 1976, il premio “Heinrich Heine” e nel 1984, su proposta di Christa Wolf, il premio “Heinrich Mann”, Czechowski si spense in una clinica nei pressi di Francoforte nell’ottobre 2009, dimenticato quasi da tutti. La sua produzione poetica offre la possibilità di conoscere la ricca e complessa esistenza del poeta che, nato nel 1935, appartiene a quella generazione che ha vissuto il nazismo in età infantile e la cui età adulta si è realizzata in gran parte nella Germania divisa.
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