La nuova rubrica di "Poetarum Silva" prende il nome da un testo del 1976 di Reiner Kunze, Die wunderbaren Jahre, Gli anni meravigliosi. Si trattava di prose agili e pungenti, istantanee veritiere – e per questo tanto più temute – su diversi aspetti della vita quotidiana dei giovani nella DDR degli anni Settanta. Come ricorda Paola Quadrelli nel bel volume «Il partito è il nostro sole». La scuola socialista nella letteratura delle DDR , fu Heinrich Böll, lo scrittore tedesco federale più attento ai temi della dissidenza est-europea, a definire queste brevi prose, recensendo il volume di Kunze su «Die Zeit», «medaglioni sbalzati dalla realtà della DDR».
Molta letteratura degli anni Settanta – in parte e per alcuni aspetti molto significativi oggi ingiustamente dimenticata, non soltanto per la DDR - possiede le caratteristiche della raccolta di prose di Reiner Kunze, Gli anni meravigliosi: agile, puntuale e pungente, non si sottrae mai al dialogo serrato con la realtà, il contesto storico, la quotidianità anche ‘spicciola’.
Il viaggio inizia con una poesia di Sarah Kirsch, Ich wollte meinen König töten, Volevo uccidere il mio re. Il testo è tratto dal volume Zaubersprüche, pubblicato nel 1973, e mostra già, tre anni prima di quel 1976 che vide Sarah Kirsch, Reiner Kunze e Günther Kunert lasciare la DDR, riferimenti all’amore-odio per una Heimat ostile e nota, cercata e soffocante.
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