Confesso la mia incredulità ancora mentre scrivo: la mia secondogenita è da poco, ma al di là di ogni ombra di dubbio, compagna dell’Internazionale. Nel descriverla vorrei tanto avere la sublime ironia di Reiner Kunze, che, nell’insuperabile Quindici, dedica alla figlia un ritratto nel quale si fondono amore e sguardo critico, conflitto generazionale e, sì, anche un po’ di invidia per il coraggio di vivere fino in fondo le ardite esagerazioni dell’adolescenza. Che poi la sua Difesa – di una metafora impossibile, con tutti Gli anni meravigliosi della raccolta, sia costata cara a Kunze, questa, per dirla con le parole di un mio coetaneo più famoso, è un’altra storia. Sono tempi bizzarri, questi, nei quali l’astuzia della ragione deve insinuarsi tra le pieghe di un discorso futbolista per toccare un punto dolente politico.
Anche Valentina ha quindici anni, ma ora, nel terzo millennio, non negli anni Settanta, quando quindici anni li avevo io, ribelle e contestatrice nei maglioni sottratti al cassetto di papà. La sua inseparabile appendice non è, come per Marcela quindicenne nel ritratto di Kunze, una sciarpa rigorosamente confezionata con autocratico lavoro a maglia, bensì lo sguardo che incenerisce, eternamente in bilico tra il monito, il biasimo e l’imperiosa affermazione di superiorità. Questo sguardo, che a me valeva, ai tempi del liceo, l’agrodolce nomignolo di “sei” (alias: aria di sufficienza) è la prova inconfutabile della ripetizione della specie, una norma alla quale Valentina sembra credere fermamente, quando sentenzia, con aria un po’ altezzosamente distante, un po’ coraggiosamente rassegnata: “Per ora sono così e me la godo… tanto tra pochi anni sarò esattamente come te”.
Altro Leitmotiv dell’inesorabile ripetizione della specie è, appunto, il suo essere divenuta, in virtù del suo primo amore, compagna dell’Internazionale.
Quando ce ne ha parlato per la prima volta – il nostro rapporto si può definire “conflittuale, ma aperto” - , ha presentato la fede calcistica e le simpatie ideologiche del suo ragazzo come sicure credenziali, semplicemente così, come una volta si ostentavano il lavoro fisso e il conto in banca, garanzia di un futuro mutuo per la casa di proprietà, del fidanzato.
Era sicura di cogliere nel segno: il padre, compiaciuto, ha messo la sordina alla sua naturale gelosia, il fratello, nonostante il suo dissacrante senso dell’umorismo, aveva gli occhi che gli ridevano, mentre li alzava il cielo in segno di finta muta disapprovazione. Quanto a me, oltre agli occhi e alla bocca, rideva anche il cuore.
da: Anna Maria Curci, Compagne dell'Internazionale (2006)
Compagne dell'Internazionale è una galleria di ritratti di donne che, prima o poi nella vita, hanno compreso che "l'interitudine è una categoria dello spirito che unisce
in un afflato irresistibilmente tragicomico sostenitori e sostenitrici in
prima persona della Beneamata ai loro cari, impegnati in una continua opera
di sostegno".
Le Compagne dell'Internazionale su "Cronache di Mutter Courage"
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