L’ho conosciuto appena nato, Yzu. Era l’estate del 1971 e la sua mamma, figlioccia della mia, aveva appena dato alla luce Francesco, che poi avrebbe scelto Yzu come nome d’arte. Noi bambini di città, in vacanza nel paese materno, lo guardavamo incantati. Quaranta anni dopo, sempre d’estate, ci ha raggiunto un’altra notizia. Stamattina, con la posta, è arrivato un biglietto con due foto e due poesie. Poi, in rete, scopro questi suoi versi dedicati a un quartiere del comune paese materno. E, tutti insieme, sono arrivati i suoni, i profumi, i giochi e le gare dei quartieri di Pignola di quella estate che ti ha visto nascere, Yzu-Francesco.
‘a chiazz’
sonetto p’u’ spusalizj’ d’ Mimm’ e Marij ......................
a vederla dall’alto, sembra quasi un fiume,
Vignuol’: dau P’zzo’, s’apre in due rami e avvolge
di case un’isola, per riunirsi in salto
che i passi travolge, a camminarlo: scosceso –
‘a Chiazz! -, come appeso un imbuto a rovescio,
largo precipita – vertigine di pietre –
un invaso a sghimbescio sul vuoto sospeso
che accoglie un fluire denso di voci e suoni;
dai muri i mascheroni guardano passare
immobile il tempo; nascoste sotto i balconi,
sembrano pronte a lanciarsi, per abbrancare
prede ignare che qui indugiano, si fermano,
fiere dal femmineo sembiante; quieti leoni
placidi s’informano di quel che si dice;
e qui scenn’ u’ Paschier’, qui arriv’n’ vic’,
cundan’, l’addor’ da terr’ e di bosch’;
qui s’ sta buon pur si u’ Sol’ nun ghé;
qui s’ ferm’ ogn’ prucessio’; qui, puoi v’de’,
ogn’ tand’, ‘na bella figlio’ ca pass’
cundend, ca uoij s‘è spusa’ all’amor’ soij!
Yzu – Francesco Albano