"Periferie" è una rivista che si occupa di poesia, di buona poesia. Ne devo la conoscenza a uno dei suoi fondatori, Vincenzo Luciani, del quale questo blog ha presentato, tempo fa, un testo che conserva attualità, bellezza e forza.
A quindici anni dalla sua fondazione, Achille Serrao presenta così la rivista:
Una lunga, appassionata fedeltà
di Achille Serrao
Quindici anni già compiuti: “Periferie” ha tenuto fede (avvalorandoli) sempre ai propri orientamenti ideologici, mantenendo vivide le prospettive e le aspettative che ne avevano suggerito la nascita. Prima fra tutte, la costante attenzione al fenomeno
della “poesia in dialetto”, la sua rivalutazione in un panorama di critica militante e storica che, con peccaminosa insipienza e una sufficiente dose di alterigia, l’aveva
data per defunta e assolutamente anacronistica ad ogni tentativo di ricupero, sotto palmi di una creatività terragna e protostorica.
Quanto abbia prodotto “Periferie” in questo senso (e in altri molteplici) è consegnato agli atti. I volenti ne coglieranno tracce consistenti scorrendo le annate che si sono proficuamente succedute, talvolta ahimè con un andare obbligatoriamente zoppo, dati i tempi, sofferto, e con pause ascrivibili a difficoltà non certo “letterarie”.
In una società che vive i suoi profondi disappunti (spesso le sue rabbie) scontando la tetraggine di uomini di cultura incolti per raccomandazione del potere e di “finti” capi di governo per i quali la cultura di popolo è pecoreccio e iattura, in questa società che scivola inesorabilmente sull’asse inclinato dell’egoismo e dell’apparire, assunti a valori primari e ineludibili dell’esistenza (forse per difesa involontaria, certo per imitazione, più certamente per imposta sopravvivenza), “Periferie” soccorre a rammentare che altro è il destino dell’uomo, altra la sua finale meta. “Periferie” concorre a rammentare “estri” che con il loro fare discreto di parola e combinazioni
di parole e abnegazione al compito, senza tiare spingono dal fondo della soggettività perché riemerga il meglio suo in spirito e visione della vita, il meglio nei rapporti con l’altro da sé, con una costante revisione dell’anima che la poesia esige da sempre.
Di “meccanici” d’anime, di questi orafi della parola traguardata con l’esperienza di chi ha trascorso e trascorre lunghe sedute al tavolo dell’ingegno creativo, la rivista ne ha scovati molti, e molti in laboratori marginali (e segreti) dove è andata a “rovistare” fin dalla sua prima uscita, nella convinzione, con Francis Ponge che “Oggi la poesia autentica non ha nulla in comune con quanto si trova nelle collane poetiche …La si trova piuttosto nei quaderni ostinati di alcuni maniaci della nuova stretta del reale…”
Anche di questo insegnamento “Periferie” si è fatta carico e continua a farsi interprete impiegando tutti gli strumenti, tutti i mezzi di cui può disporre per una
nuova “resistenza” all’oscurantismo in atto.
E mi è gradito formulare i miei più sinceri auguri a Vincenzo, Rosa ed Enzo Luciani per il traguardo dei 25 anni della Edizioni Cofine, di cui questa rivista è un
significativo prodotto.
Rivista di Periferie
La rivista trimestrale Periferie, fondata nel 1996 dai poeti e giornalisti Bruno Cimino e Vincenzo Luciani, si occupa prevalentemente di poesia, privilegiando i poeti estranei ai circuiti letterari ufficiali, quelli dialettali, quelli appartenenti alle minoranze d'Italia e d el mondo.
Dal luglio 1999 è diretta da Achille Serrao.
La rivista, in bianco e nero, è di 32 pagine di formato tascabile.
Come riceverla: Sottoscrivendo una quota sostenitori di 20,00 euro all'anno (si riceveranno 4 numeri della rivista) sul c/c/p 59612879 intestato a Associazione Periferie, via Nino Ilari 11 - 00169 Roma (indicando nella causale "Sostenitore Periferie"). Arretrati rivista: 5,00 euro a numero
Come contattare la redazione
Scrivendo a "Periferie, via Lepetit 213 int. 1 - 00155 Roma".
Telefonando o faxando al numero 06 2286204
Inviando una e-mail a [email protected]