"Aller guten Dinge sind drei" recita il detto in tedesco. Questa settimana le parole di Erri De Luca si sono presentate, con cadenza regolare, tre volte.
Lunedì preparo, per le persone più mature di me - ci incontriamo nel pomeriggio ogni due settimane - la versione, letta da Erri De Luca, del suo lungo racconto In nome della madre. Sono curiosa di conoscere la loro reazione al monologo di 'Miriàm'. Mi accorgo, giunta nella sala dove ci riuniamo, che manca il lettore di CD. Per fortuna ho portato con me il 'piano B', il volume di racconti In alto a sinistra, sempre di Erri De Luca. Mentre queste persone semplici danno voce alle loro paure nei confronti della guerra e di quella che definiscono l'invasione nordafricana (non usano proprio quelle parole, prevale una certa nostalgia di un tempo passato), sfoglio il libro per cercare una storia e mi imbatto in Una specie di trincea. Racconta un episodio di rabbia e, insieme, di solidarietà, che è occorso all'io narrante mentre scavava una fogna, in veste di operaio sfruttato insieme ad altri umili e ultimi in Francia. La leggo ad alta voce, ci sono pezzi forti e senza mezzi termini, prevalgono le parole di due sillabe, una di queste viene usata spesso e con l'intenzionalità dello schiaffo. Al termine della mia lettura, come è già successo altre volte, per altre letture (Tolstoj, Brecht), si verifica un fatto strano: tutti mi chiedono dell'autore, mostrano empatia e simpatia, alcuni mi dicono che a un loro parente è successa la stessa cosa.
Mercoledì, qui, nel corso della settimanale chiacchierata, padre Giuseppe Giunti legge un brano dall'ultimo libro di De Luca, E disse. Il libro racconta dell'esperienza di Mosè sul Sinai e della sua discesa dal Sinai con le dieci parole (in ebraico così si chiamano, non comandamenti). Il 21 gennaio scorso, ricordo, Erri De Luca ha affermato che l'esperienza 'fisica' di Mosè sul Sinai è IL punto di partenza.
Venerdì, infine, un'amica mi invia questo link all'intervista nella quale De Luca parla della scrittura come "tempo salvato" alla giornata.
"Aller guten Dinge sind drei", dicevo. Ecco perché la mia risposta ai tre incontri settimanali a cadenza regolare è questa.Si tratta dell'incipit di Montedidio di Erri De Luca, un breve romanzo che crea scrittura, tempo salvato e insieme creazione, intorno all'intreccio prodigioso oso di tre lingue: il napoletano, l'yiddish, l'italiano. Ho provato a leggerlo a voce alta, così come leggo a voce alta le storie che amo e voglio condividere con le persone più mature di me che incontro, ogni due settimane, il lunedì pomeriggio.