Vacanze romane in grigio
Bell’amica, la Vale! Prima straparla e promette, promette: “Vedrai, faremo anche noi delle mitiche vacanze romane, altro che Audrey Hepburn! Là ci sono dei giri pazzeschi, me l’ha detto il Giangi….”. Sorvoliamo sul Giangi, che è buono solo a sparare balle stellari, ma questa settimana a Roma è stata una noia mortale, anzi la noia, il tedio, lo spleen… insomma, due marroni enormi. Lei no, la Vale intendo, lei ha trovato il suo tipo già al primo giorno, anzi alla prima mattinata romana. Pensa te, siamo andate a Porta Portese, no, non proprio a Porta Portese, prima, in una specie di galleria lurida e dove si respira un’aria che il nostro smog di Milano sembra venticello di montagna, che collega… come si chiama?... piazza Fermi con la via – non mi ricordo il nome – insomma, con la via di porta Portese. Tutto questo perché il Giangi aveva detto che ogni domenica mattina, lì, si trovano i tipi giusti che vendono e comprano dischi usati e che puoi trovare delle vere chicche… boh! Io non ho trovato un bel niente, lei, la Vale, ha attaccato subito bottone con un tipo, Claudio, davvero niente di che, ma lei su a dire che è uguale a David Byrne dei “Talking Heads” e menate del genere. Sarà, ma a me sembra che Claudio (e come altro si poteva chiamare? Più in là di Romolo o Cesare non si poteva andare di certo) di Byrne abbia solo il corpo da lampione un po’ curvo e gli occhi ebeti. Poi, insomma, che importa a me, che sono una mod. Io sono venuta a Roma, perché so che qui i mods si stanno dando da fare, si vocifera che stiano organizzando un raduno a Viareggio con noi di Milano, ma finora, niente, calma piatta. Ovviamente per la Vale è diverso. Lei e Claudio si sono ritrovati ogni sera da che siamo qui, a casa della Francesca, che poi sarebbe un’amica di Giulio che la Vale ha conosciuto in campeggio l’estate scorsa e che lei dice di aver fatto innamorare. Ovviamente, Giulio prima ha promesso e poi ha buttato lì una scusa qualsiasi e ci ha scaricate alla Francesca, che è sì gentilissima, ma ha due genitori pazzeschi con tutte quelle regole del… ma lasciamo perdere!
Oggi, sabato 21 marzo 1981, l’apoteosi. La Vale e Claudio si sono dati appuntamento al laghetto dell’Eur – lei ha aspettato che lui staccasse dal lavoro, pensa che romantica, dice lei, pensa che scema, dico io!
A me, come variante delle buche epiche che ho dovuto scavare questi giorni, è rimasto di tuffarmi in via del Corso, tanto per dimenticare. Certo che è un bel carnaio qui, primo sabato di primavera, tra romani e turisti che si affannano a cercare i buoni affari tra le vetrine. Chi l’avrebbe mai detto, che io, la Simo, la tosta, quella che sa a memoria le sequenze di Quadrophenia per quante volte l’ha visto, mi sarei ridotta così! Se mi vedessero, che so, Monsieur Barso e Chrissy Boy dei “Madness”, giuro che sparirei all’istante in uno di questi tombini assurdi, con la scritta SPQR. Poi, lo vedo… che visione! No, non è né Monsieur Barso, né Chrissy Boy, è molto, molto meglio… e come intriga! Figurati, un tipo con i capelli alla Jackson Browne – ma sotto il caschetto preciso identico (o signor, comincio a parlar romano anch’io) un viso da indiano d’America che a Dustin Hoffmann del Piccolo Grande Uomo gli fa un baffo e poi – ma dove l’ha scovato, è un pezzo unico! – un fa-vo-lo-so completo grigio tra anni Cinquanta e Sessanta, con quei pantaloni a sigaretta che non trovi da nessuna parte e che sembra si sia fatto fare su misura. Una rivelazione, è – finalmente! - il primo mod che vedo qui a Roma, ed è davvero notevole. Peccato che abbia quella tipa assurda accanto. Ma dove l’ha raccolta? Guarda lì, sembra uscita da una festa di prima comunione, con quel cappottino bianco, i capelli con la riga in mezzo e quelle scarpe da charleston che meritano l’Oscar del vomitevole. Strano, camminano abbracciati e lui la guarda pure con gli occhi da pesce lesso. No, non capisco, devo seguirli: tanto, in questa bolgia non si accorgono mica di me. Riesco pure a captare qualche frase che si dicono, o meglio colgo qualche brandello di frase: “Before and after science” fa lui e “Tina, una bassista eccezionale” (che strano, di questo mod romano non mi dispiace neanche quella zeta di ‘eccezionale’ che sembra doppia, tripla, quadrupla!) e lei: “Ma che mi dici di China girl? Io preferisco la versione essenziale di Iggy Pop”.
Che sballo! Qui a Roma che cosa fanno sentire all’oratorio? Perché la tipa è proprio da oratorio, su questo non c’è il minimo dubbio. Don Mazzola da noi, prima che lo mandassi a quel paese, al massimo ci permetteva di portare i bonghetti. E dai che continuano così, tutti presi dai loro discorsi, e si guardano negli occhi, e si tengono per mano. Li seguo: passano davanti a Montecitorio, lei indica, chissà perché, una libreria con la scritta “Herder”, - poi a sinistra, poi di nuovo a destra, quindi sbucano in una piazza. È sabato pomeriggio, andranno al cinema. Qui ce n’è uno, su c’è scritto “Capranica”. Che disdetta! No, niente cinema! Comunque Capranica mi dice qualcosa… Li vedo avvicinarsi al banco di una gelateria, prendere ognuno un cono di quelli con la cialda a due piazze – vanno tanto qui a Roma, sembra – e sedersi sui gradini di una chiesa. Devo fare finta di niente e darmi un tono. Mi guardo intorno e scopro, leggendo le targhe, che la chiesa si chiama Santa Maria in Aquiro e la piazza è proprio piazza Capranica. Piazza Capranica… ora ci sono! Qui si incontrano i mod di Roma, l’ho sentito dire in giro a Milano, da noi; dunque il tipo deve essere proprio un mod.
Mangiano il gelato, si guardano sognanti e tacciono, poi parlano, poi si stringono le mani. Stomachevoli. Ma lui mi piace proprio.
Quando, dopo un tempo interminabile, si alzano e si avviano, sempre mano nella mano, decido che devo fare qualcosa. Mi avvicino, con l’aria più disinvolta possibile, e chiedo – a lui, ovviamente: “Scusa, te sei un mod?”- I due mi guardano, poi, mentre lui mi fa: “No, veramente.… sì, mi piacciono i “Madness”, ma in realtà…..” la tipa da oratorio mi pianta in faccia due occhini blu sgranati. Vuole fare la comprensiva, lei. Che grigia, penso io, e questo è il primo giorno di primavera delle mie vacanze romane.
Anna Maria Curci
22-23 luglio 2007