In anteprima la nota che sarà pubblicata qui
Massimo Bardella (Roma 1933), poeta romanesco, finissimo dicitore, conoscitore esperto della storia della cultura nella capitale - patrimonio, questo, che coltiva e trasmette con un gusto straordinario per l’aneddotica e l’affabulazione - è autore, tra l’altro, di scritti inediti. Chi scrive ha avuto la gioia di ricevere in dono copia dei preziosi volumetti, nei quali la copertina, composizione artistica, elegante e originale, dell’autore, invita a un viaggio gradevole e sempre ricco di sorprese tra parole e mondi evocati. Tra i titoli, vanno menzionati
Immaginare a Roma (Saggio storico-letterario sul poeta Giuseppe Gioachino Belli)
Poesie d’amore brevi (Poesie)
Poesie pe’n sabbato sera (Poesie, 2007)
Poesie romane (Poesie, 2007)
Poesie d’amore corte (Poesie, 2006)
Appunti e spunti (60 Haiku, Natale 2007)
Acqua de mare e altre poesie (Poesie, 2007)
Un po’ de nebbia e altre poesie (Poesie, 2008)
Pazzienza, core mio… e altre poesie (Poesie, 2008)
Prima stesura (25 racconti)
Nella rivista L’Apollo buongustaio, nello spazio che Franco Onorati (Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli) ha dedicato a Massimo Bardella, leggiamo l’autoritratto del poeta, nel quale questi dà ulteriore prova di irresistibile senso dell’umorismo:
“Suo padre Carlo è stato uno dei migliori poeti dialettali del Secondo Dopoguerra e per una strana simbiosi ne prosegue il discorso poetico pur differenziandosi notevolmente nella forma. Allievo mediocre dei Christian Brothers irlandesi, ne assimila lo spirito anglosassone dando il meglio di sé nei campi da rugby. Lasciata l’Università, ad una ipotetica attività giornalistica preferisce una rischiosa e mal pagata rappresentanza di oreficerie, mettendo a frutto le esperienze maturate nell’arte orafa paterna. Quaranta e più anni di vita errabonda forniranno il bagaglio di esperienze, luoghi e frequentazioni le più varie, humus fertile in tarda età per poesie e racconti, inediti, che per un vezzo ereditato dall’arte orafa, assembla in cartelle rilegate in grigio, con carta speciale e disegni numerati e firmate da regalare ad amici e a spiriti emotivamente vicini. ‘Crepuscolare’ con cento anni di ritardo, assimila dal cinema neo-realista la concisione, e l’incisività dei fotogrammi in bianco e nero”.
Di alcune delle poesie di Massimo Bardella pubblicate qui esiste una mia versione in tedesco.
da Poesie d’amore corte
Le giunchiije
giunchije
compravo pe’ te
quanno partivo.
Lacrime lunghe
pe’ distanze corte.
Lacrime?
Partenze?
Più gnente
né più giunchije
Die Osterglocken
Osterglocken
kaufte ich für dich,
wenn ich abreiste.
Lange Tränen
für kurze Strecken.
Tränen?
Abreisen?
Gar nichts mehr,
auch keine Osterglocken.
Bongiorno
‘na guardata
de ragazza
e ne la tazza
de caffè
sento odore
de mistrà
Guten Morgen
Ein Mädchenblick
und in der
Kaffeetasse
rieche ich
Anislikör
da Un giardino per tutte le stagioni
Un cavatappi
la guglia di Sant’Ivo
e stappo il cielo
Ein Korkenzieher
die Fiale in Sant’Ivo und
den Himmel entkork’ich
da Acqua de mare
Risacca
tranci de rami
pomice a pezzi
‘na carogna
puzza
impasto d’arghe
bottije vote
monca
‘na bambola
se dondola
all’onna
da Un po’ de nebbia
Rom. Innenstadt
La sorpresa
è quella
che te frega
prima
de l’offesa
aggiungece
er destino
de chiamasse
Spizzichino
un patirai
de ore
a lo scalo Tiburtino
chi prega
chi piagne
e chi se piscia
addosso
Da Poesie pe’n sabbato sera
La guera
e così ‘na sera
pure pe’ noi
venne la guera.
‘Na giacca griggiaverde
le mostrine nere
bordate de bordò.
Brilleno
nove nove
le stellette
a la luce
de ‘na lampada
abbaggiù.
Da Poesie romane
8 settembre
‘sto mezzo deficiente
co’ l’attico elegante
ancora se ne vanta
co’ tre commilitoni
er grado de tenente
quer giorno der casino
ar brigge lo passò.
Bello stronzo
pensai
ma nu’ lo dissi
da Pazzienza, core mio…
Partenza ‘mprovisa
appese ar chiodo
de ‘no specchio rotto
parole d’amore
su la carta crespa
strane le donne
quanno
cianno fretta
Er bacio
ho smesso
de baciatte
piano piano
senza un perché
senza ‘na raggione
s’allunga
‘na crepa
ner muro
divisorio
der giardino