Auguri 'stellati' con questa mia traduzione della poesia di Ingeborg Bachmann che dà il titolo a una sua nota raccolta.
Invocazione all'Orsa Maggiore
Orsa Maggiore, vieni giù, notte arruffata,
animale dal pelo di nubi con gli occhi antichi,
occhi di stelle,
dal groviglio luccicanti irrompono
le tue zampe con gli artigli,
artigli di stelle,
vigili le greggi custodiamo,
ma preda siamo del tuo incanto, e diffidiamo
dei tuoi lombi stanchi e dei tuoi denti
aguzzi, che a metà scopri,
vecchia Orsa.
Una pigna: il vostro mondo.
Voi: le scaglie intorno.
Io lo spingo, lo rotolo
dagli abeti in principio
agli abeti alla fine,
gli soffio sopra, gli guardo in bocca
e l’afferro con le zampe.
Abbiate timore oppure non ne abbiate!
Versate l’obolo nel bussolotto
e date al cieco una buona parola,
perché tenga l'Orsa ben stretta al guinzaglio.
E insaporite bene gli agnelli.
Potrebbe darsi che quest'Orsa
si liberi dal guinzaglio, non minacci più
e dia la caccia a tutte le pigne cadute
dagli abeti; a quelle grosse, alate,
che precipitano dal Paradiso.
Ingeborg Bachmann
(traduzione di Anna Maria Curci)
Questo è l'originale:
Anrufung des Großen Bären
Großer Bär, komm herab, zottige Nacht,
Wolkenpelztier mit den alten Augen,
Sternenaugen,
durch das Dickicht brechen schimmernd
deine Pfoten mit den Krallen,
Sternenkrallen,
wachsam halten wir die Herden,
doch gebannt von dir, und mißtrauen
deinen müden Flanken und den scharfen
halbentblößten Zähnen,
alter Bär.
Ein Zapfen: eure Welt.
Ihr: die Schuppen dran.
Ich treib sie, roll sie
von den Tannen im Anfang
zu den Tannen am Ende,
schnaub sie an, prüf sie im Maul
und pack zu mit den Tatzen.
Fürchtet euch oder fürchtet euch nicht!
Zahlt in den Klingelbeutel und gebt
dem blinden Mann ein gutes Wort,
daß er den Bären an der Leine hält.
Und würzt die Lämmer gut.
's könnt sein, daß dieser Bär
sich losreißt, nicht mehr droht
und alle Zapfen jagt, die von den Tannen
gefallen sind, den großen, geflügelten,
die aus dem Paradies stürzen.
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